Il sottobosco musicale del rock n’roll è più ricco e vivace di quanto si possa pensare. Per ogni gruppo che ottiene il successo, diceva qualcuno, almeno altri cento vengono immolati sui palchi della piccola provincia. Agli Avanzi di Balera, cinque giovanotti bresciani (con straniero in formazione), non proprio di primo pelo, non sembra importare molto, anzi la provincia è stata la loro gavetta e la rispettano, ben sapendo che proprio ad essa devono in fondo il loro primo album dal titolo inequivocabile, Birre gazzose e gin fizz, bevande da discoteca di altri tempi.
Disperatamente innamorati del primo rock di casa nostra (non a caso il disco è dedicato a Victor Sogliani e a Demetrio Stratos), gli Avanzi rivisitano una manciata di vecchi brani, anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, mescolandoli con sonorità personalizzate che vanno dal blues al punk. Trovano via via spazio pezzi di un Celentano storico (La pelle, Bimbo sul leone e Il problema più importante), Battisti (Il vento) e addirittura Tony Dallara (Ghiaccio bollente). Non mancano nemmeno pezzi a firma loro o del giro circostante (Bionda, Vacci piano, Debiti e altri ancora) che mantengono però la stessa filosofia di spigliata genuità e freschezza.
La registrazione di un disco è un momento importante che sancisce la consapevolezza della maturità raggiunta e gli Avanzi di Balera ce lo confermano mostrando da una parte i loro amori e dall’altra la loro creatività. Un punto di partenza che, a prescindere dall’esito commerciale, definisce le intenzioni del gruppo, un mix di spirito e ironia sorretto da una certa disinvoltura che fa certamente ben sperare.
Voto: 6+
Perchè: spiritosi e dotati di un certo gusto, gli Avanzi di Balera si cimentano in una serie di cover che hanno fatto il primo rock di casa nostra.
(Roberto Caselli)